Brasile: i popoli indigeni lottano contro il Covid e Bolsonaro

1 marzo 2021

Il Covid-19 sta dilagando tra gli Yanomami e si somma a problemi come la malaria, introdotta da migliaia di cercatori d’oro che operano illegalmente all’interno del loro territorio. © Pieter Van Eecke/Clin d’Oeil Films

Questa pagina è stata creata nel 2021 e potrebbe contenere un linguaggio ormai obsoleto.

I popoli indigeni del Brasile vengono decimati da una terribile seconda ondata di Covid-19, mentre il Presidente Bolsonaro intensifica la sua campagna di persecuzione nei loro confronti.

L’organizzazione indigena APIB ha confermato che a causa del virus in Brasile sono morti 962 indigeni, mentre 48.405 persone sono risultate positive al tampone. In gennaio, in due sole comunità yanomami sono morti dieci bambini.

Secondo le cifre fornite dal COIAB, il Coordinamento delle Organizzazioni Indigene dell’Amazzonia Brasiliana, il tasso di mortalità tra gli indigeni nella regione amazzonica è superiore di uno sconcertante 58% a quello della popolazione generale, mentre il tasso di contagio è del 68% più alto.

La città amazzonica di Manaus – dove abitano circa 30.000 indigeni – è stata colpita gravemente e l’assistenza d’urgenza per le aree più lontane dagli ospedali resta particolarmente precaria. Quando il virus raggiunge le comunità indigene nella foresta – in particolare nei territori dei popoli incontattati e contattati di recente – le conseguenze possono essere devastanti, e molti di questi territori sono già invasi da trafficanti di legname, cercatori d’oro e coloni.

Manaus è la sola città nello stato di Amazonas a essere dotata di un reparto di terapia intensiva – e l’ossigeno sta già scarseggiando.

Il modo in cui il Presidente Bolsonaro sta gestendo la pandemia nel paese ha suscitato condanne a livello nazionale e internazionale, e il suo governo è stato accusato di mettere in atto una ‘strategia istituzionale per la diffusione del coronavirus’.

Jair Bolsonaro, Presidente del Brasile. © Agencia Brasil CC-BY-3.0-BR

L’elenco delle politiche anti-indigene di Bolsonaro è ben documentato ed equivale a un genocidio contro i primi popoli del Brasile. Il Presidente, che di recente ha ottenuto il controllo di entrambe le camere al Congresso, ha chiarito quali sono le sue priorità cercando di promuovere una controversa legge mineraria che contribuirebbe ulteriormente a smantellare i diritti indigeni in Brasile.

Mentre in tutto il paese sono iniziati i programmi di vaccinazione, secondo le stime di APIB fino a dicembre 2020 il Dipartimento brasiliano agli Affari Indigeni FUNAI aveva speso per contrastare la pandemia solo il 52% del suo budget.

Nel frattempo, per proteggersi dal Covid-19 le comunità indigene continuano a affrontare autonomamente la situazione. “Non è una coincidenza che molte terre indigene siano invase in tutto il Brasile” ha spiegato Antonio Guajajara, leader della comunità di Maçaranduba nello stato di Maranhão. “Con l’invasione, la malattia si diffonde sempre più. L’ultima cosa che dovrebbe accadere in un momento come questo è che il governo brasiliano fornisca ulteriore sostegno a queste invasioni su larga scala… ma è quello che sta facendo, e questo peggiora le cose… Abbiamo preso delle misure nel nostro territorio… Grazie al nostro lavoro di protezione del nostro villaggio e della nostra terra, la malattia non è entrata nella nostra terra.”

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