Il governo indiano cede alle proteste e rinuncia alla “pericolosa” legge forestale

15 novembre 2019

I Baiga sono uno dei molti popoli che sarebbero stati colpiti dai programmi del governo indiano. © Survival

Questa pagina è stata creata nel 2019 e potrebbe contenere un linguaggio ormai obsoleto.

A seguito delle proteste nazionali e internazionali, il governo indiano ha cancellato un pericoloso progetto di legge che avrebbe militarizzato le sue foreste e le avrebbe aperte allo sfruttamento commerciale.

Inizialmente, i progetti del governo erano segreti ed erano stati elaborati con il coinvolgimento di Ravi Singh, CEO di WWF-India. Sono trapelati lo scorso marzo e hanno dato il via a proteste in India e a una campagna internazionale guidata da Survival International.

Secondo il progetto, le guardie forestali sarebbero state armate e avrebbero goduto dell’immunità giudiziaria. Dopo lo sfratto dei sui abitanti originari, qualsiasi foresta avrebbe potuto essere affidata a interessi privati, e la vita di milioni di indigeni abitanti delle foreste sarebbe stata resa impossibile.

Molte le manifestazioni in India, e massiccia anche la partecipazione dei sostenitori di Survival che a migliaia avevano protestato contro le autorità indiane.

Stephen Corry, Direttore generale di Survival International, ha dichiarato oggi: “Il governo indiano, consigliato da WWF-India, voleva togliere a milioni di indigeni i loro diritti e fornire poteri straordinari alle guardie forestali – permettendo loro di uccidere persone nell’impunità. In migliaia hanno protestato in India e a livello internazionale. L’abbandono del progetto di legge costituisce una enorme vittoria per i popoli indigeni. La conservazione sta diffondendo i semi della propria distruzione, a meno che ora non smetta di abusare dei diritti umani e di distruggere la diversità umana”.

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