Brasile: i Guarani e un decennio di promesse mancate

22 dicembre 2017

I Guarani continuano a lottare per i loro diritti alla terra nonostante i continui attacchi che subiscono. © Fiona Watson/Survival

Questa pagina è stata creata nel 2018 e potrebbe contenere un linguaggio ormai obsoleto.

Dieci anni fa il governo brasiliano ha firmato un accordo storico con la tribù dei Guarani che lo obbligava a identificare tutte le loro terre ancestrali.

L’obiettivo centrale dell’accordo, redatto dall’ufficio del pubblico ministero, era accelerare il riconoscimento dei diritti territoriali dei Guarani nello stato meridionale del Mato Grosso do Sul.

Tuttavia, a distanza di dieci anni, la maggior parte delle demarcazioni non è stata effettuata e il mancato riconoscimento dei diritti territoriali dei Guarani da parte delle autorità continua ad avere un terribile impatto sulla salute e il benessere della tribù.

Senza un speranza immediata di riottenere la loro terra e ricostruire i loro mezzi di sostentamento, migliaia di Guarani sono intrappolati in riserve sovraffollate, dove i pubblici ministeri dicono vi sia così poca terra da rendere “una vita sociale ed culturale impossibile”.

Altre comunità guarani vivono a lato di superstrade trafficate o su piccoli lembi delle loro terra ancestrale, circondati da vaste piantagioni di canna da zucchero e soia. Non possono coltivare, pescare o cacciare e non hanno accesso ad acqua pulita.

na coppia Guarani-Kaiowa seduta fuori dal proprio insediamento di fortuna nella comunità di Apy Ka’y, vicino a Dourados, nel Mato Grosso do Sul, in Brasile. © Paul Patrick Borhaug/Survival

Gli operatori sanitari riferiscono che queste comunità stanno soffrendo di gravi effetti collaterali causati dai pesticidi utilizzati dall’industria agroalimentare. Alcune comunità dichiarano che le loro fonti idriche e le loro case sono deliberatamente cosparse di pesticidi dagli allevatori.

Uno studio recente ha stimato che il 3% della popolazione indigena dello stato potrebbe essere avvelenata dai pesticidi, alcuni dei quali sono vietati all’interno dell’Unione Europea.

La malnutrizione, particolarmente tra i bambini e i giovani, è comune. Secondo Gilmar Guarani: “I bambini piangono e non possono più sopportare questa situazione. Stanno veramente soffrendo e sono molto deboli. Praticamente stanno mangiando terra. È una situazione disperata.”

Il Mato Grosso do Sul è il secondo stato del paese per popolazione indigena, con 70.000 Indiani che appartengono a sette tribù.

Molta della loro terra ancestrale è stata rubata da allevatori di bestiame e dall’industria agroalimentare, e ad oggi gli indigeni occupano solo lo 0,2% dello stato.

John Nara Gomes ha dichiarato: “Oggi la vita di una vacca vale di più di quella di un bambino indigeno… Le vacche sono ben nutrite e i bambini muoiono di fame. Prima eravamo liberi di cacciare, pescare e raccogliere frutti. Oggi i sicari ci sparano”.

La disperazione tra i Guarani causata dalla perdita delle loro terre e della loro autosufficienza si riflette nei tassi di suicidi estremamente alti. Nel periodo tra il 2000 e il 2015 vi sono stati 752 suicidi. Statistiche raccolte dal 1996 rivelano un tasso che è 21 volte superiore rispetto a quello nazionale. Questo dato è probabilmente è sottostimato, dal momento che molti suicidi non vengono denunciati.

Damiana Cavanha, leader della comunità di Apy Ka’i, ha assistito alla morte di tre dei suoi figli e di suo marito. È determinata a perseguire la rioccupazione della loro terra ancestrale dove sono sepolti. © Paul Patrick Borhaug/Survival

I Guarani devono affrontare anche alti livelli di violenza e sono presi di mira dai sicari armati al soldo degli allevatori ogni volta che cercano di riottenere parte della loro terra ancestrale. Dati recenti mostrano che il 60% di tutti gli assassinii di indigeni in Brasile sono avvenuti nello stato del Mato Grosso do Sul.

Con un congresso e un governo dominati dal potente settore agroalimentare, i proprietari terrieri nel Mato Grosso do Sul non cederanno di un millimetro. Molti si sono rivolti ai tribunali come tattica dilatoria, per mettere alla prova la demarcazione delle terre dei Guarani. Un territorio guarani particolarmente importante è stato interessato da 57 ricorsi legali.

Nonostante questo scenario cupo, molti Guarani giurano che continueranno a combattere: “Il Brasile è sempre stato la nostra terra. La speranza che ci anima è che la nostra terra sarà riconosciuta, perché senza non potremo avere cura della natura e nutrire noi stessi. Ci batteremo e siamo pronti a morire” ha affermato Geniana Barbosa, una giovane donna guarani.

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