Recentemente, dal suolo ghiacciato del nordovest della Siberia è tornato alla luce un cucciolo di mammut. Il permagelo artico si sta sciogliendo e le industrie si stanno muovono verso la regione, per sfruttarne la ricchezza di petrolio e gas.

Lo stile di vita nomade degli allevatori di renne del paese, i Nenet, è minacciato sia dai cambiamenti climatici sia dall’estrazione di queste risorse.

Fotografie di Steve Morgan (www.stevemorganphoto.co.uk), testi di Joanna Eede, Survival.

Penisola di Yamal: una striscia di torbiera che si estende dalla Siberia settentrionale fino al mare di Kara, molto al di sopra del Circolo Polare Artico. A est si trovano le acque poco profonde del Golfo di Ob; ad ovest, la Baia di Baydaratskaya, rivestita di ghiaccio per la maggior parte dell’anno.

Nella lingua degli indigeni Nenet, _yamal_ significa _la fine del mondo_; è un luogo remoto battuto dal vento, ricoperto di permagelo, fiumi serpeggianti e arbusti nani, ed è la patria dei pastori di renne Nenet da oltre mille anni.

Oggi lo stile di vita nomade dei Nenet è minacciato dagli effetti dei cambiamenti climatici, che rendono la tundra sempre più imprevedibile, e dalla scoperta che la penisola contiene la riserva di gas più grande del pianeta.

Penisola di Yamal: una striscia di torbiera che si estende dalla Siberia settentrionale fino al mare di Kara, molto al di sopra del Circolo Polare Artico. A est si trovano le acque poco profonde del Golfo di Ob; ad ovest, la Baia di Baydaratskaya, rivestita di ghiaccio per la maggior parte dell’anno.

Nella lingua degli indigeni Nenet, yamal significa la fine del mondo; è un luogo remoto battuto dal vento, ricoperto di permagelo, fiumi serpeggianti e arbusti nani, ed è la patria dei pastori di renne Nenet da oltre mille anni.

Oggi lo stile di vita nomade dei Nenet è minacciato dagli effetti dei cambiamenti climatici, che rendono la tundra sempre più imprevedibile, e dalla scoperta che la penisola contiene la riserva di gas più grande del pianeta.

© Steve Morgan

I pastori Nenet si muovono con le loro renne secondo i ritmi delle stagioni, seguendo antiche rotte di migrazione artiche.

In inverno, quando le temperature possono scendere fino a -50°C, la maggior parte dei Nenet fa pascolare le renne su muschi e licheni delle foreste meridionali, o nella taiga. Nei mesi estivi, quando il sole di mezzanotte trasforma la notte in giorno, si lasciano alle spalle larici e salici per migrare al nord.

Quando raggiungono la tundra desolata delle rive del mare di Kara, dopo aver attraversato le acque ghiacciate del fiume Ob, hanno ormai percorso fino a 1.000 chilometri.

I pastori Nenet si muovono con le loro renne secondo i ritmi delle stagioni, seguendo antiche rotte di migrazione artiche.

In inverno, quando le temperature possono scendere fino a -50°C, la maggior parte dei Nenet fa pascolare le renne su muschi e licheni delle foreste meridionali, o nella taiga. Nei mesi estivi, quando il sole di mezzanotte trasforma la notte in giorno, si lasciano alle spalle larici e salici per migrare al nord.

Quando raggiungono la tundra desolata delle rive del mare di Kara, dopo aver attraversato le acque ghiacciate del fiume Ob, hanno ormai percorso fino a 1.000 chilometri.

© Steve Morgan

Oggi, le infrastrutture realizzate per l’estrazione delle risorse stanno ostacolando le rotte di migrazione; per le renne è difficile attraversare le strade e, secondo i Nenet, l’inquinamento sta minacciando la qualità dei pascoli.

I preparativi per il Megaprogetto Yamal (un progetto a lungo termine per lo sfruttamento del gas della penisola sviluppato dalla società russa Gazprom) sono iniziati negli anni ’90. Nel maggio 2012, uscirà la prima fornitura di gas dal vasto giacimento di Bovanenkovo. Ogni anno, miliardi di metri cubi saranno convogliati verso l’Europa occidentale.

_Quello che accade alla terra è molto importante per noi_, ha raccontato recentemente il pastore nenet Sergei Hudi a Survival International. _Abbiamo paura che con tutte queste nuove industrie non saremo più in grado di migrare. E se non potremo più migrare, il nostro popolo potrebbe scomparire del tutto_.

Oggi, le infrastrutture realizzate per l’estrazione delle risorse stanno ostacolando le rotte di migrazione; per le renne è difficile attraversare le strade e, secondo i Nenet, l’inquinamento sta minacciando la qualità dei pascoli.

I preparativi per il Megaprogetto Yamal (un progetto a lungo termine per lo sfruttamento del gas della penisola sviluppato dalla società russa Gazprom) sono iniziati negli anni ’90. Nel maggio 2012, uscirà la prima fornitura di gas dal vasto giacimento di Bovanenkovo. Ogni anno, miliardi di metri cubi saranno convogliati verso l’Europa occidentale.

Quello che accade alla terra è molto importante per noi, ha raccontato recentemente il pastore nenet Sergei Hudi a Survival International. Abbiamo paura che con tutte queste nuove industrie non saremo più in grado di migrare. E se non potremo più migrare, il nostro popolo potrebbe scomparire del tutto.

© Steve Morgan

Sotto Stalin, le comunità Nenet furono divise in gruppi chiamati _brigate_ e costrette a vivere in villaggi e comuni agricole dette _kolkoz_. Ogni brigata era obbligata a pagare le tasse sottoforma di carne di renna. 

I bambini furono separati dalle loro famiglie e inviati in scuole gestite dal governo dove gli era vietato parlare la propria lingua.

Con il crollo del comunismo, i giovani adulti cominciarono a lasciare i villaggi per dirigersi nelle città. Il fenomeno continua ancora oggi, ma la maggior parte non riesce ad adattarsi a una vita separata dai cicli naturali della tundra. Per questo, in molti soffrono tassi molto alti di alcolismo, disoccupazione e problemi di salute mentale.

Per i Nenet rimasti ancora oggi nomadi, le loro terre e i branchi di renne rimangono di vitale importanza per l’identità collettiva. _La terra è tutto per noi. Tutto_. ha dichiarato Sergei Hudi.

Sotto Stalin, le comunità Nenet furono divise in gruppi chiamati brigate e costrette a vivere in villaggi e comuni agricole dette kolkoz. Ogni brigata era obbligata a pagare le tasse sottoforma di carne di renna.

I bambini furono separati dalle loro famiglie e inviati in scuole gestite dal governo dove gli era vietato parlare la propria lingua.

Con il crollo del comunismo, i giovani adulti cominciarono a lasciare i villaggi per dirigersi nelle città. Il fenomeno continua ancora oggi, ma la maggior parte non riesce ad adattarsi a una vita separata dai cicli naturali della tundra. Per questo, in molti soffrono tassi molto alti di alcolismo, disoccupazione e problemi di salute mentale.

Per i Nenet rimasti ancora oggi nomadi, le loro terre e i branchi di renne rimangono di vitale importanza per l’identità collettiva. La terra è tutto per noi. Tutto. ha dichiarato Sergei Hudi.

© Steve Morgan

_Le renne sono la nostra casa, il nostro cibo, il nostro riscaldamento e il nostro mezzo di trasporto_, ha raccontato a Survival Sergei Hudi.

I cappotti dei Nenet sono fatti di pelle di renna, con il pelo all’interno, e sono cuciti con i nervi dell’animale. I lazo sono ricavati dai tendini delle renne; gli utensili e alcune parti delle slitte sono di osso. I rivestimenti delle tende coniche – dette _choom_ o _mya_ – sono anch’essi di pelo di renna steso su pesanti pali.

Ogni Nenet ha una sua renna sacra, che non deve mai essere utilizzata per il traino o mangiata fino a quando non è più in grado di camminare.

Le renne sono la nostra casa, il nostro cibo, il nostro riscaldamento e il nostro mezzo di trasporto, ha raccontato a Survival Sergei Hudi.

I cappotti dei Nenet sono fatti di pelle di renna, con il pelo all’interno, e sono cuciti con i nervi dell’animale. I lazo sono ricavati dai tendini delle renne; gli utensili e alcune parti delle slitte sono di osso. I rivestimenti delle tende coniche – dette choom o mya – sono anch’essi di pelo di renna steso su pesanti pali.

Ogni Nenet ha una sua renna sacra, che non deve mai essere utilizzata per il traino o mangiata fino a quando non è più in grado di camminare.

© Steve Morgan

La carne di renna è la parte più importante della dieta dei Nenet. Viene mangiata cruda, congelata o bollita, insieme al sangue di una renna appena macellata, ricco di vitamine.

I Nenet amano anche il pesce, in particolare il salmone bianco e il _muksum_, un pesce bianco argentato, e durante i mesi estivi raccolgono mirtilli palustri.

La carne di renna è la parte più importante della dieta dei Nenet. Viene mangiata cruda, congelata o bollita, insieme al sangue di una renna appena macellata, ricco di vitamine.

I Nenet amano anche il pesce, in particolare il salmone bianco e il muksum, un pesce bianco argentato, e durante i mesi estivi raccolgono mirtilli palustri.

© Steve Morgan

Una famiglia nenet si mette in marcia sotto un plumbeo cielo grigio. Le donne caricano le slitte per trasportare i loro averi.

Di notte le slitte vengono disposte a semicerchio attorno al _choom_.

Una famiglia nenet si mette in marcia sotto un plumbeo cielo grigio. Le donne caricano le slitte per trasportare i loro averi.

Di notte le slitte vengono disposte a semicerchio attorno al choom.

© Steve Morgan

Oggi, oleodotti, torri di trivellazione e strade asfaltate stanno trasformando il volto della tundra. Agli inizi del 2011 è stata inaugurata la linea ferroviaria più a nord del mondo, la Obskaya-Bovanenkovo, lunga più di 520 chilometri.

_Chiediamo che le compagnie tengano in considerazione le nostre prospettive quando fanno le prospezioni_ ha dichiarato Sergei Hudi. _Ed è importante che i gasdotti non interferiscano con la nostra possibilità di far pascolare le renne_.

Sophie Grig, ricercatrice di Survival International, sottolinea che _il sito web della Gazprom definisce la Penisola di Yamal come ‘una regione cuscinetto d’importanza strategica per il petrolio e il gas della Russia’. In questa descrizione è riassunta tutta la visione che la società ha della terra ancestrale dei Nenet_.

Oggi, oleodotti, torri di trivellazione e strade asfaltate stanno trasformando il volto della tundra. Agli inizi del 2011 è stata inaugurata la linea ferroviaria più a nord del mondo, la Obskaya-Bovanenkovo, lunga più di 520 chilometri.

Chiediamo che le compagnie tengano in considerazione le nostre prospettive quando fanno le prospezioni ha dichiarato Sergei Hudi. Ed è importante che i gasdotti non interferiscano con la nostra possibilità di far pascolare le renne.

Sophie Grig, ricercatrice di Survival International, sottolinea che il sito web della Gazprom definisce la Penisola di Yamal come ‘una regione cuscinetto d’importanza strategica per il petrolio e il gas della Russia’. In questa descrizione è riassunta tutta la visione che la società ha della terra ancestrale dei Nenet.

© Steve Morgan

Pochi anni fa, un pastore Nenet ha scoperto i resti perfettamente conservati di un cucciolo di mammut di sei mesi, seppellito nel permagelo della penisola di Yamal. Si ritiene che sia morto 42.000 anni fa.

Ma l’Artico oggi sta cambiando velocemente. Con l’innalzamento delle temperature, il permagelo della tundra si scioglie, rilasciando nell’atmosfera anidride carbonica e metano – ovvero gas serra.

Poiché il ghiaccio si scioglie prima del solito in primavera e si ricongela molto più tardi in autunno, i pastori sono stati costretti a cambiare rotte di migrazione antiche di secoli perchè le renne fanno fatica a camminare sulla tundra in assenza di neve. L’innalzamento delle temperature influisce anche sulla vegetazione della tundra, unica fonte di cibo dei branchi.

Gli scienziati temono che dal permagelo si possano liberare miliardi di tonnellate di gas metano, provocando una drammatica accelerazione nel processo di riscaldamento del globo.

Pochi anni fa, un pastore Nenet ha scoperto i resti perfettamente conservati di un cucciolo di mammut di sei mesi, seppellito nel permagelo della penisola di Yamal. Si ritiene che sia morto 42.000 anni fa.

Ma l’Artico oggi sta cambiando velocemente. Con l’innalzamento delle temperature, il permagelo della tundra si scioglie, rilasciando nell’atmosfera anidride carbonica e metano – ovvero gas serra.

Poiché il ghiaccio si scioglie prima del solito in primavera e si ricongela molto più tardi in autunno, i pastori sono stati costretti a cambiare rotte di migrazione antiche di secoli perchè le renne fanno fatica a camminare sulla tundra in assenza di neve. L’innalzamento delle temperature influisce anche sulla vegetazione della tundra, unica fonte di cibo dei branchi.

Gli scienziati temono che dal permagelo si possano liberare miliardi di tonnellate di gas metano, provocando una drammatica accelerazione nel processo di riscaldamento del globo.

© Steve Morgan

Con lo scioglimento del permagelo alcuni laghi d’acqua dolce della tundra si sono seccati, provocando una diminuzione delle riserve di pesce dei Nenet.

Poiché si sta sciogliendo anche il ghiaccio attorno alla penisola, l’oceano si sta aprendo al traffico marittimo. Le rotte marittime dell’Artico sono potenziali vie di comunicazione per il commercio tra Asia, Europa e Nord America. Nel 2011, il Passaggio a nord-est è stato solcato dalla nave cisterna Vladimir Tikhonov, la più grande cha abbia mai navigato in quel mare.

Con lo scioglimento del permagelo alcuni laghi d’acqua dolce della tundra si sono seccati, provocando una diminuzione delle riserve di pesce dei Nenet.

Poiché si sta sciogliendo anche il ghiaccio attorno alla penisola, l’oceano si sta aprendo al traffico marittimo. Le rotte marittime dell’Artico sono potenziali vie di comunicazione per il commercio tra Asia, Europa e Nord America. Nel 2011, il Passaggio a nord-est è stato solcato dalla nave cisterna Vladimir Tikhonov, la più grande cha abbia mai navigato in quel mare.

© Steve Morgan

I Nenet hanno resistito al colonialismo, alla guerra civile, alla rivoluzione e al comunismo forzato. Oggi, il loro stile di vita si ritrova di nuovo sotto grave minaccia.

Per sopravvivere come popolo, i Nenet hanno bisogno di avere libero accesso ai loro pascoli e a un ambiente incontaminato dai rifiuti industriali.

_Il popolo dei Nenet ha vissuto e ha amministrato la fragile ecologia della tundra per centinaia di anni_ ha dichiarato Sophie Grig di Survival International. _Sulla sua terra non dovrebbe essere implementato nessun progetto di sviluppo che non abbia il suo pieno consenso, e gli deve essere riconosciuto un equo risarcimento per i danni subiti_.

Tra nazioni e aziende che bramano ad accaparrarsi pezzi di Artico, scienziati che si affannano a studiare i mutamenti ambientali e Gazprom che ha annunciato l’entrata in produzioni di nuovi giacimenti di gas nel 2019, le preoccupazioni dei Nenet sono sempre più urgenti.

Per i Nenet la tundra è la casa, e le renne sono la vita stessa. _Le renne sono la nostra vita e il nostro futuro_ ha detto una donna nenet.

I Nenet hanno resistito al colonialismo, alla guerra civile, alla rivoluzione e al comunismo forzato. Oggi, il loro stile di vita si ritrova di nuovo sotto grave minaccia.

Per sopravvivere come popolo, i Nenet hanno bisogno di avere libero accesso ai loro pascoli e a un ambiente incontaminato dai rifiuti industriali.

Il popolo dei Nenet ha vissuto e ha amministrato la fragile ecologia della tundra per centinaia di anni ha dichiarato Sophie Grig di Survival International. Sulla sua terra non dovrebbe essere implementato nessun progetto di sviluppo che non abbia il suo pieno consenso, e gli deve essere riconosciuto un equo risarcimento per i danni subiti.

Tra nazioni e aziende che bramano ad accaparrarsi pezzi di Artico, scienziati che si affannano a studiare i mutamenti ambientali e Gazprom che ha annunciato l’entrata in produzioni di nuovi giacimenti di gas nel 2019, le preoccupazioni dei Nenet sono sempre più urgenti.

Per i Nenet la tundra è la casa, e le renne sono la vita stessa. Le renne sono la nostra vita e il nostro futuro ha detto una donna nenet.

© Steve Morgan

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