Rabbia per l'annuncio di una nuova asta parigina di oggetti sacri agli Hopi

29 novembre 2013

Nel luglio 2013, l’avvocato Pierre Servan-Schreiber ha incontrato due sacerdoti kachina in occasione della restituzione agli Hopi di un oggetto sacro. © Survival

Questa pagina è stata creata nel 2013 e potrebbe contenere un linguaggio ormai obsoleto.

Una casa d’aste francese ha annunciato la vendita un grande numero di kachina, oggetti sacri agli Hopi dell’Arizona; solo pochi mesi fa un’asta simile aveva provocato indignazione internazionale.
 
Survival International, il movimento che difende i diritti dei popoli indigeni, andrà in tribunale per cercare di bloccare l’asta.

Alain Leroy, della casa d’aste EVE, ha annunciato la messa in vendita di 35 kachina (katsinam, amici) il 9 e l’11 dicembre, ignorando la richiesta di sospensione avanzata dalle autorità religiose hopi.

In aprile, lo studente Hopi Bo Lomahquahu e il Direttore di Survival International Francia hanno manifestato fuori dall'edificio in cui si svolgeva l'asta di 70 kachina. © Survival

Nel tentativo di bloccare la vendita, l’avvocato Pierre Servan-Schreiber dello studio legale Skadden – Arps, si presenterà martedì davanti a un giudice parigino. L’avvocato agisce per conto di Survival International e degli Hopi.

Nell’aprile scorso, la casa francese Neret-Minet Tessier & Sarrou aveva messo all’asta 70 kachina per un valore di 930.000€, ignorando le suppliche della tribù e le proteste giunte da tutto il mondo. L’attore Robert Redfod aveva definito l’asta un “gesto criminale” e un “sacrilegio”, e aveva chiesto che gli oggetti fossero restituiti alla tribù.

In seguito Pierre Servan-Schreiber, che anche in quel caso rappresentava Survival e gli Hopi, aveva acquistato uno dei kachina all’asta per restituirlo al suo popolo.

“È davvero triste sapere che un’altra casa d’aste è pronta a sfidare l’opinione pubblica e i sentimenti degli Hopi, i legittimi proprietari di questi oggetti” ha commentato oggi il Direttore generale di Survival International, Stephen Corry. “Vista l’ondata di pubblicità negativa che l’asta precedente aveva causato ai banditori, pensavo che chiunque ci avrebbe pensato due volte prima di fare la stessa cosa – ma evidentemente le grandi somme di denaro che derivano da questo commercio immorale sono troppo allettanti. Spero che questa volta il tribunale di Parigi blocchi la vendita; nessuno di questi oggetti dovrebbe essere venduto.”

Nota ai redattori: 
- Gli Hopi considerano qualunque esposizione pubblica dei kachina, compresa la diffusione su carta stampata, in televisione o nel web, come profondamente offensiva e irrispettosa.
- Leggi il suggestivo racconto della restituzione di un katchina da parte dell’avocato Pierre Servan-Schreiber.
- Per leggere il dossier di Survival “Custodi della terra”, dedicato ai popoli Hopi e Arhuaco, clicca qui (PDF, 5,6 MB).

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