Vittoria per i nomadi Awá

27 luglio 2009

Bambina Awá-Guajá, Maranhão, Brasile. Giugno 1992. © Fiona Watson/Survival

Questa pagina è stata creata nel 2009 e potrebbe contenere un linguaggio ormai obsoleto.

180 giorni per andarsene dalle terre occupate illegalmente nel territorio degli Indiani Awá. È questa la sentenza di un giudice federale brasiliano. Per la piccola tribù di 300 cacciatori raccoglitori del Maranhão si tratta di una grande vittoria.

Negli ultimi due secoli, gli Awá hanno sofferto per la rapida e spesso violenta invasione e distruzione delle loro foreste natali per mano di allevatori di bestiame e di coloni. Gli estranei hanno sparato contro gli Indiani e hanno diffuso malattie verso cui essi non hanno difese immunitarie.

Recentemente, i disboscatori hanno scavato con i bulldozer una grande strada nel cuore del loro territorio, a soli 3 chilometri dalla comunità in cui vivono gli Awá contattati più recentemente. La comunità è particolarmente vulnerabile a malattie comuni come il raffreddore.

La sentenza, emessa il 30 giugno, stabilisce che vengano multati tutto coloro che non avranno lasciato l’area nei tempi stabiliti. Alle autorità è stato assegnato il compito di allontanare le persone, smantellare le loro costruzioni e chiudere le strade.

Survival ha combattuto per molti anni per i diritti territoriali degli Awá, e quest’anno ha lanciato una nuova campagna chiedendo alle autorità giudiziarie di ordinare lo sfratto degli invasori dalle terre della tribù. Ora è fondamentale assicurarsi che la sentenza sia messa in pratica.

Gli Awá, noti anche come Guajá, sono una delle poche tribù nomadi rimaste in Brasile. Negli anni ’80, le loro terre vennero travolte dal massiccio progetto chiamato Gran Carajás. Il Brasile vi aprì la più grande miniera di ferro al mondo e costruì una ferrovia per il trasporto del minerale attraverso la terra degli Awá.

In quel periodo, molti Awá furono contattati e insediati in comunità dal Funai, l’agenzia governativa agli affari indiani. A decine morirono di epidemie o vennero uccisi in violenti massacri per mano degli allevatori di bestiame e degli accaparratori di terra.

Per anni, gli Awá hanno denunciato l’impatto degli estranei sulle loro terre e sul loro stile di vita. Un giorno, To’o disse a Survival: “Vedo il karai [l’uomo bianco] cacciare tutto quel che c’è e appiccare il fuoco ovunque. Perché lo fanno? Finiranno per distruggere questo luogo, che è il mio posto. Questa è la nostra terra, e noi ne siamo i proprietari”.

Oggi si stima che esistano ancora circa 60 Awá incontattati, la maggior parte dei quali si presume viva nella riserva di Arariboiá, in cui abitano anche gli Indiani Guajajara. La riserva è stata invasa in modo massiccio da taglialegna illegali e si teme per il futuro degli Awá isolati della zona.

Sono disponibili fotografie e filmati.

Per ulteriori informazioni:
Francesca Casella – 02 8900671 – [email protected]
Oppure Miriam Ross:  Tel  0044 207 6878734
E-mail: [email protected] 

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