Congresso USA contro USAID per l'insabbiamento delle violazioni in Etiopia

12 febbraio 2014

Intervento del Congresso USA per impedire che i gli aiuti vadano a finanziare lo sfratto forzato di Mursi, Bodi e Kwegu dalla loro terra ancestrale, nella bassa valle dell’Omo (Etiopia). © Survival

Questa pagina è stata creata nel 2014 e potrebbe contenere un linguaggio ormai obsoleto.

Il Congresso degli Stati Uniti si è mosso per impedire che i propri aiuti all’Etiopia siano utilizzati per finanziare lo sfratto forzato dei popoli indigeni nel sud ovest del paese.

Le disposizioni contenute nel Progetto Legge di Stanziamento Omnibus del 2014 rappresentano uno schiaffo a USAID, l’Agenzia degli Stati Uniti per lo Sviluppo Internazionale, che il mese scorso aveva affermato che nella regione “non esistono resoconti di violazioni dei diritti umani sistematiche ed estese”.

In realtà, il governo etiope sta sfrattando brutalmente le tribù della bassa valle dell’Omo dai loro villaggi per fare spazio a redditizie piantagioni di cotone, palma da olio e canna da zucchero, la cui irrigazione sarà resa possibile dalla controversa diga Gibe III. Una volta trasferite nelle aree di reinsediamento previste, le tribù un tempo autosufficienti non avranno più accesso al proprio bestiame e alle proprie terre e, quindi, non saranno più in grado di sostentarsi. Nei confronti di chi si oppone al reinsediamento sarebbero state utilizzate tecniche intimidatorie, come stupri e pestaggi.

“Stiamo aspettando di morire. Siamo disperati” ha raccontato un uomo Mursi a Survival. “Quando il governo ci avrà messi tutti in un villaggio, non ci sarà più spazio per le coltivazioni; i miei figli avranno fame e non ci sarà cibo.”

Il governo etiope non ha consultato le comunità indigene in merito ai suoi aggressivi progetti di realizzare piantagioni nella bassa Valle dell’Omo, e pochi sono stati consultati sulla costruzione della diga Gibe III.

Questa piantagione di canna da zucchero, parte di un accaparramento di terra finanziato dal governo, occupa il territorio che le tribù della bassa valle dell’Omo utilizzavano da tempi immemorabili. © Ethiopian Sugar Corporation

Il massimo organismo per i diritti umani della regione, la Commissione Africana per i Diritti Umani e dei Popoli, ha scritto al governo etiope chiedendogli di fermare il reinsediamento forzato delle tribù della bassa valle dell’Omo mentre indaga sulle segnalazioni di Survival in merito alle violazioni dei diritti umani nell’area.

L’Etiopia è uno dei principali beneficiari degli aiuti americani e inglesi, elargiti rispettivamente attraverso USAID e il Dipartimento per lo Sviluppo Internazionale britannico (DFID).

Le disposizioni della recente legge di stanziamento costringeranno USAID a rivalutare i propri finanziamenti all’Etiopia ma, in ultima analisi, sarà responsabilità del Congresso garantire che i termini vengano rispettati.

“Questo progetto di legge è un passo importante nella giusta direzione e dimostra che USAID non è credibile quando nega vergognosamente gli abusi dei diritti umani che avvengono nella bassa valle dell’Omo” ha commentato oggi Stephen Corry, Direttore generale di Survival International.

“I contribuenti americani vogliono essere sicuri che il loro denaro non vada ad alimentare la distruzione delle vite dei popoli indigeni. Si spera che la storica disposizione della legge di stanziamento di quest’anno serva da garanzia. È giunto il momento che i parlamentari britannici seguano l’esempio americano, garantendo che il DFID non utilizzerà il denaro dei contribuenti per finanziare violazioni dei diritti umani nella bassa valle dell’Omo.”

Note ai redattori:
- Leggi il Progetto Legge di Stanziamento Omnibus (p. 1295-1296)
- Leggi la lettera a Survival in cui USAID nega che nella valle dell’Omo ci siano stati abusi dei diritti umani.
- Survival continua a chiedere a USAID e DFID di porre come condizione all’erogazione di aiuti all’Etiopia la fine delle devastanti politiche di reinsediamento e delle conseguenti violazioni dei diritti umani.

Popoli della valle dell'Omo
Popolo

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